Dieci suggerimenti per rendere il tuo marketing sostenibile

27 Luglio 2023 | SVILUPPO E GESTIONE DEL BUSINESS

Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di sostenibilità, da ogni punto di vista. In questo articolo parleremo di marketing sostenibile inteso come green marketing ma anche di un concetto a me molto caro e che può fare la differenza per le piccole imprese e chi lavora in libera professione: la progettazione di azioni di marketing e comunicazione sostenibili rispetto a tempo, denaro, risorse e opportunità. Perchè se il tuo business non funziona e non è sostenibile per te e per il tuo team, allora non funziona per nessuno.
Come sempre qui un indice per leggere ciò che ti interessa di più:

Marketing sostenibile e green marketing: di cosa si tratta?

Quando si parla di marketing sostenibile, si fa riferimento alle strategie e pratiche di green marketing o environmental marketing, legate alla promozione di un approccio aziendale sostenibile. Volendo darne una definizione semplificata, la sostenibilità è la capacità di progettare, produrre e distribuire prodotti e servizi riducendo l’impatto negativo sull’ambiente.

L’espressione “green marketing” venne usata per la prima volta nel 1975 negli Stati Uniti durante un workshop tenuto dalla American Marketing Association (AMA) a tema ‘Ecological Marketing’ per approfondere e discutere le modalità di commercializzazione di prodotti salubri per l’ambiente.

Più di 30 anni dopo, nel 2007, John Grand, scrittore ed esperto di comunicazione green, pubblica ‘Green marketing. Il manifesto’ e richiama l’attenzione di consumatori e aziende verso comportamenti più sostenibili. Che cosa vuol dire? Spesso associamo i concetti di sostenibilità, crescita sostenibile e comportamento sostenibile al rispetto dell’ambiente e all’ecologia ma questa è una visione limitata delle cose. Essere sostenibili implica infatti attenzione all’ambiente ma anche all’aspetto sociale ed economico.

Per le imprese questo significa avere una visione allargata nelle decisioni di business e gestire i rischi e gli impatti dell’attività produttiva nel suo complesso, in modo tale che vengano rispettati e tutelati i diritti dei consumatori e l’ambiente. Gli imprenditori non possono più compiere scelte riguardanti soltanto il singolo prodotto ma devono abbracciare una prospettiva più ampia dalla scelta dei fornitori con cui collaborare alla dismissione e smaltimento del prodotto stesso.

Il marketing sostenibile, perciò, rappresenta la leva operativa che consente di unire strategia, produzione e comunicazione.

mano che sorregge una tazza bianca al cui interno c'è una pianta grassa

Perchè siamo arrivati a parlare di marketing sostenibile?

Dal 2007 ad ora la sensibilità verso l’ambiente e la presa di coscienza di consumatori e aziende nell’adozione di comportamenti virtuosi si è evoluta.
Il passaggio dal marketing tradizionale al marketing sostenibile è stato quindi guidato da un cambiamento culturale, di mentalità e di valori nella società e nei consumi.

  • Cambiamento culturale e dei consumi. Questa crescente consapevolezza ha portato i consumatori a diventare sempre più esigenti nei confronti delle aziende, richiedendo loro di assumersi la responsabilità sociale e ambientale per la produzione dei loro prodotti e servizi. Una parte importante della popolazione – soprattutto la generazione Z e i Millennials – è molto attenta e critica nei riguardi delle aziende e delle loro scelte sostenibili o comunicate come tali.
  • Nuove normative. I cambiamenti normativi stanno obbligando le aziende a diventare più responsabili e trasparenti nei confronti dei loro impatti ambientali e sociali. La crescente pressione dei governi e delle organizzazioni internazionali per la tutela dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori hanno spinto le aziende a prendere sul serio la sostenibilità.
  • Concorrenza. Infine, il cambiamento verso il marketing sostenibile è stato guidato anche dalla necessità delle aziende di rimanere competitive sul mercato. I consumatori sono sempre più attenti all’impatto ambientale e sociale dei prodotti che acquistano e scelgono sempre di più prodotti sostenibili. Le aziende che non adottano un approccio sostenibile al marketing rischiano di perdere quote di mercato e la fiducia dei consumatori.

Dalla persuasione alla sostenibilità: l’evoluzione del marketing

Si parla spesso della differenza tra marketing tradizionale e marketing sostenibile.
Secondo me questa distinzione non ha senso perché il marketing sostenibile è in tutto e per tutto un’evoluzione necessaria oggi sia dal punto di vista sociale che competitivo.
Se però vogliamo fare il gioco delle differenze, possiamo individuare alcune diversità di approccio tra l’uno e l’altro.

Marketing Tradizionale

  • Soprattutto nelle PMI, ha spesso come obiettivo primario la promozione del prodotto e del brand e la persuasione dei consumatori per aumentare le vendite.
  • Considera gli impatti ambientali come seconda priorità.
  • Se considera gli impatti ambientali parla di quelli relativi al prodotto/servizio senza abbracciare una visione più ampia a livello produttivo, di filiera o di economia circolare.

Marketing Sostenibile

  • Si concentra principalmente sulla creazione di valore a lungo termine per l’impresa (alle volte non considerando il profitto immediato) mantenendo un equilibrio sostenibile tra le esigenze dell’impresa, dell’ambiente e della società.
  • Tiene conto degli impatti ambientali e sociali di ogni scelta aziendale: dalle attività di produzione a quelle di marketing e comunica in modo mirato, specifico e ben circostanziato i vantaggi ambientali.

Un altro significato di marketing sostenibile

Alla parola “sostenibilità” io associo, però, anche un significato diverso, più ampio che trovo sempre più importante per le imprese di qualsiasi dimensione e per chi, come me, lavora in libera professione. Per me “sostenibilità” significa anche considerare la fattibilità nel lungo periodo delle azioni di marketing che si vogliono intraprendere.
Ad esempio, immagino che anche a te, che sei una libera professionista, possa essere capitato di sentirti a corto di tempo e di pensare di non avere modo di dedicarti al marketing del tuo business.
Durante la mia consulenza MAYA emergono spesso domande come queste:

  • Non so come devo fare, non ce la faccio a seguire i clienti e contemporaneamente pubblicare post sul sito, scrivere la newsletter e gestire i social, come faccio?
  • Ma di lavoro posso fare quello per cui ho studiato oppure devo diventare esperta di marketing?
  • Io ricevo pazienti in studio (o clienti in negozio) praticamente tutto il giorno, poi faccio un po’ i social, quando mi ricordo la newsletter e alle volte mi perdo e non faccio più nulla
  • Non ho tempo per la newsletter, impossibile farla!

La risposta a queste domande non è mai unica e parte proprio dal concetto di adottare una comunicazione sostenibile.

Comunicazione sostenibile per libere professioniste e piccole imprese

Cosa voglio dire? Per me ha senso parlare di “comunicazione  sostenibile” quando è:

  • sostenibile per il tuo lavoro: ti permette, cioè, di costruire relazioni solide con chi ti segue e di avere più clienti;
  • sostenibile per te e per il tuo benessere: se comunicare su alcuni canali o con la frequenza che hai scelto ti porta troppo stress o ti toglie energie, allora è il momento di rivedere tutto e fare delle scelte più adatte.
  • sostenibile per il tuo pubblico: non è eccessiva, né incostante. Se è eccessiva può veicolare un’impressione non corretta del tuo lavoro, se è incostante non permette di costruire la fiducia indispensabile al cliente per scegliere proprio tre tra tutti gli altri professionisti/e che fanno un lavoro simile al tuo.

Ma come rendere la comunicazione sostenibile?

Come rendere il marketing sostenibile

Se hai una piccola azienda e soprattutto se sei una libera professionista, le scelte di comunicazione e marketing devono essere sostenibili e ripetibili nel medio/lungo periodo.
Raramente nel marketing funzionano gli sprint, devi pensare più ad una maratona o a una marcia.
Ecco alcuni suggerimenti per rendere la tua comunicazione sostenibile:

  1. SCEGLI POCHI SOCIAL MEDIA
    Scegli pochi social media su cui esserci, per lavoro. Soprattutto se sei all’inizio della tua attività o il team che guidi è piccolo, concentrati su canali adatti al tuo target e a te stessa o alla tua azienda. Inizia a presidiare bene, con strategia e costanza pochi canali: poi potrai “espanderti”.
  2. NON BASARE TUTTO SUI SOCIAL
    Ricorda di non comunicare solo sui social ma di attivare almeno un canale proprietario (la newsletter ad esempio). Avrai così a disposizione dati sul comportamento del tuo pubblico e soprattutto non dipenderai da un algoritmo o dalla moda del momento.
  3. RICICLA I CONTENUTI CON SAPIENZA
    Riprendi contenuti già pubblicati, tagliali o sviluppali. In gergo questa attività di chiama repurposing, ovvero partire da un contenuto già pronto e renderlo disponibile in una forma e per un canale diverso. Un blog post può diventare, ad esempio una serie di caroselli per IG; un video trascritto può diventare un post del blog; più post del blog su un argomento possono diventare un freebie, ecc.
  4. FAI ATTENZIONE ALLA FREQUENZA
    Scegli con cura la frequenza con cui pubblicherai i contenuti. Pensa ad una frequenza che sia sostenibile, che tu possa seguire in modo costante, per almeno 5 mesi. La costanza premia sempre. Se hai scelto una frequenza adesso e pensi che tra 5 mesi tu o il tuo team non riuscirete a sostenere il ritmo, cambiala subito, significa che non è adatta, in questo momento, alla tua realtà.
  5. LASCIA ANDARE IL PERFEZIONISMO
    “Fatto è meglio che perfetto”: questa è una frase che sicuramente hai già sentito. Io la intendo così: dai sempre il massimo ma non scadere nel perfezionismo. Il perfezionismo è il modo migliore per stressarsi e non far accadere le cose. Fare è il modo migliore per imparare. Quindi scrivi la newsletter anche se non è perfetta, pubblica quella foto anche se avresti voluto scattarla meglio e così via.
  6. STAI NEL TUO SENTIERO
    Non guardare troppo gli altri. Io sono una fan dell’analisi della concorrenza ma senza ossessione, soprattutto se il tuo brand è fortemente legato a te stessa. Evita di fare eccessivi paragoni e vai per la tua strada. Ispirati guardando altre aziende, altre professioniste, di settori che nulla hanno a che fare con il tuo. Esci dalla tua bolla.
    Non ti deve interessare se la collega Tizia dice di aver aumentato le vendite solo grazie ad Instagram. Perché la collega Tizia non sei tu, le condizioni di partenza sue non sono le tue ma soprattutto la collega Tizia non ti dice quanto tempo ci ha messo e/o quando ha iniziato. Te ne devi fregare se Caia ti dice di fare le live su FB perché “con quelle spacchi”.
    Devi trovare la strada giusta per te. Quel mix di attività che, ripetute nel tempo, portano i risultati. E questo vale, più in grande, anche per le aziende.
  7. ORGANIZZATI E LAVORA CON ANTICIPO
    Strategia-Piano-Esecuzione. Questa è la via. Non ha senso pubblicare al momento perché questo genera stress per te e il tuo team. Una pratica molto utile è lavorare con il batching ovvero raggruppare attività simili a cui dedicare uno specifico slot nella tua agenda. Ad esempio puoi scegliere un giorno in cui preparerai tutti o quasi i contenuti della settimana o del mese. In questo modo poi dovrai solo pubblicarli ed interagire online. Preparare in anticipo e dedicare alcune ore – tutte di seguito – alla stessa attività è più efficace e produttivo.
    Se per te anticipare non funziona, allora segna in agenda un appuntamento fisso in cui ti occupi dello sviluppo e comunicazione della tua attività. Ad esempio decidi che il martedì mattina lavori alla comunicazione e marketing del tuo business (Spoiler: questa è l’opzione che uso anche io nei periodi di super lavoro.)
  8. LAVORA ANCHE OFFLINE
    Se hai uno studio o un negozio e quindi puoi vedere i clienti “di persona”, muoviti sul territorio. Ad esempio: Se sei una professionista puoi stabilire accordi di referrals con altri professionisti sul territorio. Se sei una negoziante, allo stesso modo, puoi attivare del co-marketing con altre attività.
  9. GUARDA I NUMERI
    Quali sono i canali che funzionano meglio? Da dove ti arrivano più richieste (newsletter, FB, Instagram, ecc.)? Tra le cose che condividi quali interessano di più il tuo pubblico? Puoi farlo guardando le statistiche dei social, della tua newsletter, del tuo sito.
  10. DAI PRIMA DI VENDERE
    Prima di diventare tue clienti le persone si devono fidare di te e della tua azienda. Come puoi permettere loro di fidarsi di te? Cosa puoi offrire loro per far capire il valore di quello che fai o vendi? Se lavori online puoi offrire delle discovery call gratuite oppure un pdf in cui dai consigli e suggerimenti con cui il tuo pubblico può già risolvere un problema. Se hai uno studio puoi pensare, ad esempio ad un open day/week di trattamenti/consulenze gratuite presso il tuo studio (decidi un max di posti disponibili). Se hai un negozio puoi offrire una consulenza dedicata: es. erboristeria – consulenza personalizzata su prodotti eco-bio. Oppure potresti tenere in negozio un piccolo evento informativo sui rimedi naturali per le difese immunitarie.

Questi sono solo degli esempi ma sono sicura che, se ci pensi, sai cosa può essere utile agli altri per capire che possono fidarsi di te.
E se, invece, desideri una mano nell’individuare la strategia giusta per rendere la tua comunicazione e il tuo marketing sostenibile, io sono pronta ad aiutarti.

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Ambra

Ambra

Sono Ambra, mi occupo di marketing, operativo e strategico. In pratica ti aiuto a costruire il tuo marketing e la tua comunicazione e a metterli in pratica. Mi piace “mettere le mani in pasta”, e stare al fianco di imprese e professioniste per sistemare, facendo, ciò che non sembra funzionare; trovare nuove strade per far conoscere progetti, prodotti e servizi, migliorare le interazioni con i clienti e le vendite. Conosciamoci meglio...